IL GIGLIO BIANCO
Giornale Settimanale del PTE
Anno II, n.20 – III Settimana di Marzo 2013
SINDROME DA ITALIETTA ED ATTACCO AI DUE RE
Abbiamo lasciato i nostri lettori, proprio alla vigilia delle consultazioni elettorali, ipotizzando che l'appuntamento in questione, pur importante (anzi decisivo), sarebbe stato “penultimo”.
Non certo per meriti profetici, ma per semplice logica politica, avevamo ragione.
Evidentemente, però, questo risultato, che, grazie alla sovranità popolare, ha tenuto in linea di galleggiamento il centro-destra e bloccato la sinistra, proprio sulla linea del traguardo, non è stato ancora metabolizzato da chi sogna ancora un'Italietta ottocentesca.
La memoria corre veloce all'accordo di Plombieres tra Cavour e l'Imperatore dei francesi, Napoleone III. Quest'ultimo, impegnatosi ad aiutare il Regno Sabaudo in funzione anti-austriaca, mise tra le clausole del Trattato la divisione della penisola in quattro Regni. Come dire: sì alla penisola italiana libera dagli austriaci, no ad un'Italia politicamente unita, quindi forte e proiettata verso un proprio autonomo ruolo in Europa.
La “sindrome italiana” sembra continuare anche ai nostri giorni. Dopo l'etero-direzione della crisi di Governo durante l'autunno 2011, che portò a Palazzo Chigi il grande garante degli equilibri tra l'Europa che conta (leggi Germania e dintorni) e la sponda nord-atlantica ovvero il Prof. Monti, ora i recenti risultati elettorali, evidentemente non graditi al Gotha internazionale, richiedono un “Piano B”.
La domanda, che sorge spontanea, è la seguente: il grando balzo elettorale dei “grillini” è considerato una variante anomala dell'iniziale “Piano A” oppure un esito tanto preventivato quanto auspicato? A giudicare dal recentissimo intervento che, David Thorne, Ambasciatore statunitense in Italia, ha fatto dinanzi agli studenti del Liceo Visconti di Roma (fra l'altro in lingua italiana) sembrerebbe più credibile la seconda ipotesi, che iscriveva già nel piano di partenza la funzionalità politica di Grillo rispetto al progetto.
Ma cosa ha detto Mr. Thorne? In pratica, ha invitato gli studenti, campione simbolico di tutti i giovani che nel nostro Paese ambiscono ad un deciso rinnovamento, ad imitare il M5S. Ecco le parole testuali: “ Voi giovani siete il futuro dell' Italia. Voi potete prendere in mano il vostro Paese ed agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme ed il cambiamento”.
A parte l'ordinaria retorica, tipica di certa cultura nord-americana distante anni luce dai guizzi del nostro migliore umanesimo, appare stonato, direi inaccetabile che un rappresentante di un Governo come quello statunitense ingerisca in modo così smaccato nelle nostre vicende interne.
Amara e dal taglio storico, non polemistico, è la conclusione:agli Stati “amici” si conferisce sempre la dignità di giocatori, mai si declassano a mere pedine! Il dubbio iperbolico, che sorge spontaneo, è il seguente: valeva la pena, in tutti questi decenni di instabilità mondiale accentuata, in cui il nostro Paese ha retto lealmente uno dei fronti più delicati del “domino internazionale”, lisciare sempre e costantemente il pelo (ma verrebbe voglia di dire altro!) agli Stati Uniti d'America oppure, come alcuni nostri statisti hanno tentato di fare (a loro rischio e pericolo), era preferibile percorrere una via di “saggia e moderata autonomia”, costruendo una politica internazionale di sicura alleanza atlantica, ma senza rinunciare ad una propria strategia nazionale?
E' in tale contesto delicatissimo, in cui è a rischio, al medesimo tempo, sia la sovranità nazionale che la potestà dei partiti “storici” (legittimati dal voto degli italiani proprio come il M5S), che è necessario restituire democraticità alla politica italiana in tutta la filiera della rappresentatività. Questa riforma è ancora più urgente di quella elettorale. Se i partiti storici, obbligatoriamente rifondati (anche per legge), restituiranno dignità alla politica, sarà più facile essere impermeabili alle incursioni delle ”teste di serie” della classifica mondiale. Altrimenti il voto degli italiani sarà solo virtuale, quasi una sorta di esercitazione accademica. La vera partita si giocherà altrove e, proprio altrove, si decideranno i re italiani da far ruzzolare sulla scacchiera e soprattutto quelli da usare in sostituzione. I segnali di questi giorni, davvero inquietanti, sembrano preludere al primo risolutivo attacco al re del centro-destra. A seguire, non c'è da dubitarne, quello al più contingente ed effimero “sovrano” del centro-sinistra.
Sembra davvero la stagione dei codici criptici,che hanno preso il posto del linguaggio politico. Il telegramma riporta la perentoria indicazione: via B&B, dentro M5S!
FRANCO BANCHI