IL GIGLIO BIANCO
Giornale Settimanale del PTE
Anno I, n.8 – V Settimana di Ottobre 2012
DEMOCRAZIA CRISTIANA: UNO SPAZIO POLITICO MAI SOSTITUITO
Fra qualche settimana sarà possibile dire: la D.C è tornata! E non si tratterà della solita battuta-nostalgia sull'inaffondabile cultura della “vecchia” balena bianca che non vuol morire. Nè dell'ennesimo convegno di studi sull'eredità dei grandi statisti che furono e, nel presente, risultano sempre più rimpianti. E neppure, per concludere, del più iperbolico degli scherzi, che Cartesio avrebbe attribuito ad un Genio Maligno.
Niente di tutto questo. Infatti, nei giorni 10 ed 11 Novembre 2012, a Roma, si svolgerà il XIX Congresso Nazionale della DC. Chi legge ha capito bene. Dopo il “rompete le righe” imposto verticisticamente da Mino Martinazzoli nel lontano 1994, la resistenza di numerosi Consiglieri Nazionali DC di allora e, ci sia consentito, anche l'azione culturale e politica di molti soggetti come il nostro PUNTOTOSCAPPE, rende ora possibile un'opera non solo di giustizia storica, ma anche di rinascita politica nel solco dell'idea democristiana.
Noi siamo coscienti che il passato non ritorna e, comunque, mai allo stesso modo. Però questo avvenimento esige, almeno da parte nostra, un atto di omaggio non formale. Così, per celebrare un evento tanto inusuale quanto profondo, la nostra redazione ha pensato di ri-pubblicare un documento che mettemmo in rete nel 2011 (ma le cui radici rimandano addirittura al primo anno del...millennio). Il testo, naturalmente, ha un valore che esorbita dal mero valore celebrativo dell'evento sopra indicato. E' per noi un autentico manifesto ideale, politico e progettuale. Infatti, già allora, indicammo, insieme alle fondamenta (la DC) anche la prospettiva futura (il PPE).
In queste giornate assai schizofreniche per la politica italiana, la linearità di una proposta fondata sulla roccia e non sulla sabbia deve far riflettere, al di là di ogni sigla o nominalismo.
In fondo, lo spazio occupato dalla DC non è mai stato davvero sostituito.
Buona ri-lettura!
DECALOGO FONDATIVO: PER UNA NUOVA E GIOVANE DEMOCRAZIA CRISTIANA CHE PROGETTA E COSTRUISCE LA CASA ITALIANA DEL PPE
ricongiunge idealmente al Partito Popolare e, più indietro negli anni,
alla passione sociale della prima DC attraverso cui i cattolici
d' Italia si adoperarono a riconciliare il mondo del lavoro con tutte
le classi, mediante un piano di riforme ispirate alle esigenze di
giustizia e solidarietà portate dal Vangelo”
(Adone Zoli, messaggio di saluto a Luigi Sturzo a nome del Consiglio Nazionale DC, Roma 20 Settembre 1946 )
“Ogni azione sociale implica una dottrina “ (Populorum Progressio 39)
Uno spazio politico mai sostituito. Le più recenti tornate elettorali politiche ed amministrative dimostrano che oggi nel nostro Paese esiste lo spazio elettorale per un partito d'ispirazione democratico - cristiana, ma non esiste lo spazio elettorale per due o tre partiti omologhi. Oltre allo spazio elettorale, c’è anche uno spazio politico per un partito a forte ispirazione democratico - cristiana che ambisca ad essere il volano verso la casa italiana del PPE. Per questo vogliamo andare incontro alla domanda di una politica al servizio della persona e della vita, della famiglia, della libertà scolastica, della solidarietà verso le categorie sociali più deboli e le aree svantaggiate del Paese, delle esigenze del territorio, della piccola e media impresa, del volontariato.
Democratico - cristiani, popolari, italiani ed europei. I democratici cristiani scelgono in maniera strategica di essere architetti e costruttori, in linea con l’eredità combinata e complementare di Luigi Sturzo ed Alcide De Gasperi, della sezione italiana del Partito Popolare Europeo; e, di conseguenza, culturalmente prima ancora che a livello politico, scelgono in maniera irreversibile di essere alternativi alla sinistra. Il progetto intrapreso dal PPI di costruire un partito di democrazia cristiana alleato con gli ex comunisti e con la sinistra è definitivamente fallito: il PPI prima entra nella Margherita, che non è più formazione politica democratica cristiana; infine si scioglie nel Partito Democratico, fisiologicamente casa e sponda europea di tutte quelle forze politiche che si collocano in alternativa alla tradizione cristiano-democratica.
Siamo e saremo alternativi alla sinistra, come alternativa alla sinistra è sempre stata l'ispirazioe autentica della DC. La sinistra vede la persona come un semplice ingranaggio del meccanismo sociale, avvilita sotto il controllo di grandi apparati di Stato e di partito. La sinistra vuole una società senza la famiglia, in cui la persona perde il suo più naturale punto di consistenza e di appoggio. La sinistra ha distrutto la DC con un cinismo e un moralismo ipocriti in cui si rivela la presenza dell’identità comunista, corrotta, come ha giustamente argomentato Augusto del Noce, dallo strisciante radicalismo culturale di stampo relativistico.
Vogliamo dire la verità sulla Democrazia Cristiana. La criminalizzazione della DC è naufragata proprio sui grandi processi politici (Andreotti, Mannino …) che avrebbero dovuto consacrarla e consegnarla alla storia. Adesso è tempo di raccontare come sono andate veramente le cose, perché è solo sulla verità che si può costruire un cammino verso il futuro.
Non vogliamo rifare tale e quale la vecchia DC di una volta. Non abbiamo nostalgia della DC del debito pubblico, delle partecipazioni statali, dei compromessi e delle scelte rinviate. Ci siamo liberati di quei democratici cristiani i quali hanno avvelenato la DC perseguendo il progetto di introdurre i comunisti all’accettazione del sistema democratico, poi di portare i comunisti direttamente al potere, e quindi di suicidarsi politicamente. Il PPI che si scioglie nel grande contenitore dei democratici e socialisti europei è l’amaro epilogo di questo progetto.
Radici ideali antiche e futuro. Vogliamo costruire un partito nuovo e moderno fondato sulla medesime radici ideali della DC, aggiornate e adeguate alla nostra epoca, per fare anche in futuro le grandi scelte che la DC ha saputo fare e che hanno costruito l’Italia moderna: la democrazia, la libertà, il benessere economico, la sicurezza, l’europeismo, in un’epoca nella quale il PCI faceva gli interessi dei nemici del nostro Paese, con i finanziamenti dell’Unione Sovietica.
Rifondare una politica oggi in agonia. Vogliamo favorire la crescita e la selezione aperta, pubblica e democratica di una nuova classe dirigente, secondo i criteri del merito e delle capacità personali, e questi principi dovranno essere riconosciuti nello statuto del partito che porta i democristiani nel PPE. Il nuovo partito dovrà essere cosciente di rinnovare e continuare il partito di uomini come Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Giorgio La Pira, che, pur attraverso la dialettica dei “diversi”, hanno saputo mettere al centro la politica maiuscola.
Punti di riferimento culturali. Da cristiani impegnati nell’ambito autonomo della politica sappiamo bene che la traduzione in azioni di governo della nostra ispirazione non potrà mai essere completa. Allo stesso modo siamo convinti della necessità di mediare in modo virtuoso i nostri principi e le progettualità relative con compagni di viaggio diversi, a volte distinti, altre addirittura distanti. Ma crediamo che il mimetismo ed il quietismo siano errori imperdonabili. E’ quindi giusto essere fieri in relazione a tutti quei valori, convinzioni e obiettivi che ci distinguono anche da chi milita a nostro fianco in ambito di partito e, a maggior ragione, di coalizione. La nuova politica dei Democratici cristiani indirizzata verso il PPE deve essere ancorata all'insegnamento sociale della Chiesa, aconfessionale, laicamente aperta a quanti accettano di condividere un comune solidale impegno sociale e culturale.
Valori e obiettivi politici. Difendiamo la dignità e i diritti di ogni singola persona umana dal concepimento al suo termine naturale, contro la pedofilia, le droghe di tutti i tipi, la clonazione umana, nei campi della bioetica e della biogenetica.
Riforma della Costituzione nello spirito, non tanto nella lettera. Urgenza di una nuova legge elettorale. Crediamo sia necessaria una grande riforma costituzionale il cui strumento adeguato è un' assemblea elettiva per la riforma della Costituzione. Le riforme che stabiliscono le regole del gioco democratico non si fanno a maggioranza, ma con il massimo coinvolgimento dei cittadini in un dibattito alto che recuperi e attualizzi i principi fondamentali che devono reggere la convivenza democratica. Solo in questo modo si può sottrarre la costruzione di regole veramente lungimiranti al calcolo delle utilità di breve periodo delle forze politiche; si può organizzare la transizione dello stato burocratico centralizzato allo stato federalista del futuro; si possono coniugare le ragioni di una democrazia della rappresentanza con la stabilità e l’autorevolezza di governi di legislatura; si può trasformare la persona ed il cittadino da oggetto di amministrazione burocratica in soggetto libero che sceglie e decide in uno Stato organizzato secondo il principio di sussidiarietà e al servizio dei cittadini. Al riguardo è indilazionabile la stessa riforma dello strumento – partito, oggi completamente stravolto rispetto alle aspirazioni costituzionali.
Proprio in forza dell’idea di sussidiarietà, e in difesa di un autentico pluralismo culturale anche nelle istituzioni, sottolineiamo di ritenere indispensabile una nuova legge elettorale che sappia coniugarsi alle esigenze di stabilità e governabilità del Paese, ma, allo stesso tempo, restituisca al cittadino – elettore il diritto – dovere di scegliere con il voto di preferenza i propri eletti.
Occorre mantenere la chiarezza ed univocità nel voto dei cittadini, che devono sapere “prima” quali saranno le coalizioni alternative in competizione, tanto da determinare subito chi vince e chi perde. Ma, entro l’ambito della coalizione scelta, occorre riaprire il ventaglio delle opzioni politiche e personali a disposizione dell’elettore, allo scopo di rendere più virtuosa la dialettica nei partiti e tra questi ultimi e le coalizioni di appartenenza, soprattutto di superare l’equivoco dei partiti come meri cartelli elettorali, troppo fragili e rissosi.
Difendiamo la famiglia, la solidarietà sociale con i più deboli, la sussidiarietà e l’autogoverno delle comunità locali. Vogliamo un fisco giusto a favore della famiglia, per un sostegno alla donna che le consenta di coniugare la vocazione alla maternità con il diritto ad una piena espressione professionale; per un riconoscimento del ruolo del no-profit e della iniziativa autonoma della società civile nel campo della cultura, dell’assistenza, della protezione civile etc; per un adeguamento delle pensioni minime alle esigenze umane fondamentali degli anziani; per un sistema sanitario che superi il dualismo pubblico-privato mettendo al centro il malato e le sue esigenze; per un sostegno a tutte quelle comunità educative, ad esempio glioratori,che sono luogo fondamentale di proposta di valori umani veri ai nostri giovani.
Difendiamo il diritto delle famiglie ad educare i loro figli secondo i valori in cui credono e ad avere in questo la collaborazione di una scuola scelta liberamente. Siamo a favore di una piena parità fra scuola statale e scuola non statale all’interno di un unico sistema nazionale di istruzione. Proponiamo lo strumento del buono scuola, del credito di imposta o comunque dell’aiuto economico dato direttamente alle famiglie e proporzionale alle spese sostenute per le rette scolastiche. Riteniamo la scuola di Stato un patrimonio che deve essere mantenuto e salvaguardato dal pericolo dell'indottrinamento, della burocratizzazione e dello statalismo.
Difendiamo la solidarietà fra le generazioni, fra i ceti sociali e fra le aree territoriali del nostro Paese. Il federalismo che noi vogliamo è diritto di decidere sulle cose proprie nelle diverse comunità che compongono la Nazione Italiana, è diritto di iniziativa e di libertà ma non è legittimazione dell’egoismo delle regioni ricche contro le regioni povere. Per questo vogliamo un piano organico di infrastrutturazione del nostro Paese e in modo particolare del Mezzogiorno; un riordino delle politiche di sostegno alla disoccupazione che dia ai disoccupati non assistenzialismo ma lavoro vero; il riconoscimento del ruolo fondamentale dell’impresa cooperativa nel quadro di una più ampia valorizzazione della piccola e media impresa.
Difendiamo il diritto dei cittadini alla sicurezza delle persone e dei beni e, insieme, ad un giusto processo. Vogliamo che i delinquenti stiano in galera, ma vogliamo anche che ogni accusato abbia un giusto processo e che gli innocenti in galera non ci finiscano. E’ necessaria una regolamentazione severa ma umana dei flussi immigratori, la lotta contro il commercio di essere umani che alimenta la prostituzione.
Franco Banchi
Andrea Poli
Nota: il presente documento, nella sua dimensione sostanziale, fu redatto nel Dicembre 2001. Gli estensori, ritenendolo (per fortuna o purtroppo) ancora attualissimo, hanno deciso di rilanciarlo con alcune semplici variazioni legate all’evoluzione storico-politica di questi ultimi anni. Anche se può sembrare sorprendente, a distanza di dieci anni tali correzioni e/o integrazioni risultano solo accessorie.